In zona gialla si può pranzare al ristorante con amici e parenti non conviventi. Ma quante persone possono stare allo stesso tavolo? Qual è la multa per chi non rispetta le regole? Ecco come comportarsi.
Quante persone allo stesso tavolo è la domanda di tutti coloro che – con l’ingresso in zona gialla – non vedo l’ora di andare a pranzo nei ristoranti, nei locali e nelle pizzerie che hanno (finalmente) aperto i battenti.
Dopo mesi di asporto e consegne a domicilio, adesso è permesso il servizio al tavolo, anche se limitato al pranzo e soltanto nelle regioni a rischio moderato (che al momento sono la maggioranza).
Attenzione alle regole da rispettare: seduti allo stesso tavolo si può stare soltanto in 4 e ad almeno un metro di distanza. Questa regola non vale tra conviventi.
Vediamo cosa si rischia, sia dalla parte del cliente che del gestore del locale/ristorante.
Quante persone al tavolo al ristorante: c’è un limite numerico
Ristoranti, pizzerie, agriturismi e ogni altro esercizio di somministrazione degli alimenti sono aperti dalle 05.00 alle 18.00 in zona gialla. Si può pranzare insieme al nucleo familiare ed anche con amici, congiunti, colleghi e parenti non conviventi, attenendosi ai protocolli nazionali.
In particolare, fino a nuove disposizioni, è vietato stare allo stesso tavolo in più di 4 persone. Tale limite numerico non si applica tra coloro che fanno parte dello stesso nucleo familiare convivente, anche se numeroso (si pensi ad una famiglia composta da madre, padre e tre figli).
Il ristoratore è obbligato per legge a far rispettare il distanziamento di almeno un metro tra i commensali (sempre se non conviventi tra loro) e affiggere all’esterno del locale un cartello in cui è indicata la capienza massima.
Non è obbligatorio indossare la mascherina al tavolo, mentre lo è durante gli spostamenti, ad esempio per raggiungere il bagno o pagare alla cassa.
Multa per consumatori e ristoratori che non rispettano le regole
I gestori di bar, ristoranti e pizzerie che non rispettano la “regola del 4” rischiano la sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro (come prevede il decreto Cura Italia) e, come sanzione accessoria, la chiusura dell’attività fino a 5 giorni per impedire la reiterazione degli atteggiamenti vietati. La chiusura è disposta a discrezione delle Forze dell’ordine in base al comportamento del gestore e alla presenza di eventuali precedenti.
La stessa sanzione – ovvero la multa da 400 a 1.000 euro – è comminata anche ai clienti che non rispettano il distanziamento e non indossano la mascherina nei momenti in cui è obbligatoria: ingresso/uscita dal locale, pagamento in cassa e ogni altro spostamento.
Chi, inoltre, per eludere il divieto, dichiara di appartenere alla stessa famiglia convivente, anche se non è vero, rischia la denuncia per Falso, con possibili conseguenze sul piano penale.